09/07/10

RIFLESSIONI SULLA STRADA DI CASA

Siamo a Leuca, siamo entrati ieri sera prima del tramonto con vento teso che durante la notte è diventato molto forte. Stamattina il meteo ha emesso un avviso di burrasca e nord forza 7 nello ionio settentrionale….e lo stiamo vedendo tutto.
La marcia forzata, la stanchezza accumulata, la mancanza di segnale internet a causa delle tante navigazioni lontane dalla costa, ci hanno impedito ultimamente degli aggiornamenti più costanti sul nostro viaggio di rientro, quindi provo oggi a ricostruire i giorni trascorsi.
La speranza (per il vero già di per se bassa sulle rotte di rientro dalla Grecia) di incontrare venti favorevoli ormai l’abbiamo persa.

Da Zante a Fiscakardo ancora una volta siamo partiti prestissimo, calma di vento fino all’ingresso del canale tra Cefalonia ed Itaka, poi ancora venti termici forti ed in prua. Lenti lenti, arriviamo in tardo pomeriggio a Fiskardo. Troviamo posto nella banchina principale, davanti ai tanti ristoranti di questo paesino molto esclusivo, la Porto Cervo delle ioniche, dove gli occhi addosso sono veramente tanti. Questo a seconda dei gusti, potrebbe anche non essere una cosa positiva, ma nella consueta passeggiata digestiva sul lungomare, in tanti si fermano: “nice boat”… e qualcuno… you came from Italy withe this?...you are brave!...sotto sotto questo fa piacere, ma per non mancare di rispetto a Salina, la risposta è dovuta:”why this is a good boat…!”.

Trovo interessante inoltre quello che succede dopo scambi del genere, tante più attenzioni e complimenti si ricevono, tanto più in maniera inconscia ci si ritrova a mettere sempre più in lustro la barca è la propria persona. Quando si ha una bandiera italiana in un porto italiano, si risponde solo della propria immagine personale; quando si porta a poppa una bandiera italiana in porto estero, è diverso, si avverte una sorta di responsabilità nei confronti di una collettività più ampia, si sente il peso è l’onore della propria nazione, la gente non vede tanto degli individui con dei nomi e cognomi, ma vede soprattutto degli “italiani”, e quella stessa bandiera che hai sotto gli occhi tutti i giorni in questi momenti assume naturalmente un significato più “alto”.

Trascorsa la notte, ripartiamo da fiskardo diretti a lefkas, prima del canale ci vengono a salutare ancora i delfini, sempre di grosse dimensione con uno strano comportamento, si agitano tutti sempre nello stesso punto, trascurando abbastanza la nostra presenza…non saprei (chiederò a Vitorio!). Intorno a mezzogiorno passiamo il ponte di Lefkada, fortunatamente non c’ è troppo vento contrario e si fa rotta su Paxos. Il solito affascinante ingresso attraverso il fiordo e troviamo posto ancora una volta sul lungomare. Il tempo di terminare l’ormeggio ed incontriamo subito degli amici di Taranto anche loro con le barche… primi segnali che il viaggio sta finendo!

Ci contatta in serata Egidio Laterza, il nostro amico ristoratore di Sivota che ha seguito tutto il viaggio, e sapendo del nostro avvicinamento a Sivota ci riinvita calorosamente. Come trascurare l’invito, ricordando la sua ospitalità ed i super piatti di Marcello, il suo cuoco.

L’indomani per ora di pranzo siamo seduti al Mamma Mia, e tra un aperitivo ed un altro raccontiamo agli amici com’e andata. Il racconto è interrotto spesso da una processione di amici greci di Egidio, che passano a trovarlo, qualche rapida chiacchiera , due grasse risate, un abbraccio e se ne vanno.

Anche in questa occasione delle piacevoli sensazioni di patriottismo. Dà una certa soddisfazione trovarsi a casa di un amico all’estero, circondati da tantissime bandiere italiane (il ristorante ne è tappezzato), e notare come il padrone di casa, un tarantino, sia cosi rispettato e ben voluto da tutti… grande Egidio!

Egidio aspettava nel pomeriggio un suo grande amico di Salonicco.

Angelo, cameraman di diverse emittenti greche e per qualche anno anche per la Rai, specializzato in “servizi su campi di guerra”. Racconta poco ma si intuisce che ne ha viste troppe! Nonostante le sue dure sembianze si dimostra subito nei nostri confronti estremamente simpatico e solare; è li per qualche giorno di vacanza con la figlia e chiede ad Egidio se ci fosse una barca a disposizione per poter pescare un po’…mi intrometto e do subito la disponibilità per uscire con Salina. Così, usciamo prima nel tardo pomeriggio per un assaggio e poi di notte dopo cena e dopo aver fatto tutti insieme il rassetto e la chiusura del ristorante.

Un quarto di luna ed un cielo pienissimo di stelle, Salina con tanti amici, chi pesca, chi chiacchiera, buona musica, un buon caffè (ovviamente Ninfole)….un’altra serata da ricordare… ed un nuovo amico!

Trascorriamo ancora una giornata a Sivota con la partenza verso l’Italia prevista per l’alba, ma prima di cena vedo gli aggiornamenti del meteo fino a quel momento sempre rasserenanti. Il meteo non è malaccio ma si nota vento forte da nord nei giorni a seguire. Poco convinto della situazione decidiamo di partire subito dopo cena, cosi ci congediamo con la pancia piena e soddisfatta da Egidio e Marcello e puntiamo Leuca.

La notte passa tranquilla, ma dall’alba in poi lentamente il vento rinfresca e a trenta miglia da Leuca abbiamo, ovviamente sul naso 20-25 nodi di vento ed un fastidiosissimo mare incrociato, le 13 ore previste diventano quasi 18...dove sono finiti i venti dei quadranti meridionali?

Siamo in Italia ma non ancora a Taranto, il viaggio sta per concludersi, e tirato un po’ il fiato, già da qualche giorno capita di riflettere e di fare qualche resoconto.

I ricordi sono tanti, i siti visti e le sensazioni provate anche.

Abbiamo ripercorso il viaggio dei primi fondatori di Taranto. Erano chiamati parteni (figli di madre vergine), e sono stati allontanati dalla propria terra perché, per motivi forse comprensibili di qull’epoca, non erano propriamente graditi. Avevano comunque origini “Spartane”, origini di un popolo forte e fiero, abituato a combattere, e grazie alle loro origini la loro storia ha potuto continuare. Hanno lasciato Sparta, un territorio aspro ed impervio, tra le montagne, difficile da raggiungere, difficile da coltivare. Hanno trovato una terra decisamente più generosa, con un porto naturale, pianeggiante e con terra fertile ed irrigabile, la loro storia è ricominciata e con enormi sacrifici è diventata grande!

Nei nostri giorni Taranto ha grossi problemi, economici e culturali, non la riconosciamo più come grande e non ne siamo sempre fieri! Ma degli Spartani, e dei parteni, ne possiamo ancora oggi nostalgicamente vedere, a mio parere, le tracce e l’esistenza.

Dove sono e chi sono gli Spartani moderni?

Mi piace pensare che gli spartani moderni sono tutti coloro che in una città come la nostra, che è diventata arida e dura, trovano la forza di rimanerci, e di lottare tutti i giorni con il quotidiano, tra l’angoscia e le bestemmie, nel sopportare una situazione che non migliora mai, se pur continuando in maniera consapevole a riconoscere se stessi causa del proprio male.

I parteni invece li vedo in quei concittadini, che per circostanze della vita, si sono trovati, loro malgrado a vivere e lavorare lontani da Taranto, spesso dando enormi contributi alla grandezza altrui, solo perchè Taranto non dà loro la reale possibilità di tornare a casa, e chiunque conosca un tarantino che vive fuori, sa benissimo quanto questo desideri ritornarci.

Oggi, spero che, a Taranto, presto, si ritrovi l’orgoglio perduto è rinasca in tutti, la concreta voglia di rifare Taranto grande, una Taranto che dia la possibilità ai suoi “parteni” di ritornare, e la possibilità ai giovani che ci vivono di non doversene necessariamente andare!

Voglio anche fare un personale augurio a Taranto:
auguro a Taranto, un cielo sempre più pulito ed un aria sempre più fresca,
auguro a Taranto, di vantarsi ancora dei frutti più buoni, delle carni più pregiate e dei pesci piu grandi.
Auguro a Taranto, la rada del mar grande piena di barche e di tender che vanno su e giù, le sue isole degnamente utilizzate, tante università frequentate, le sue meravigliose spiagge ed il suo lungomare frequentato da fiumi di persone che parlano lingue diverse,

auguro a Taranto che tutti i suoi cittadini tornino a sorridere e ad essere fieri della propria città,

auguro a Taranto una nuova e sana Vita!

Alessandro Maruccia


Il progetto di ripercorrere il viaggio degli spartani scopritori della nostra Taranto volge al termine..ci lascia esperienza,ricordi e un pò stanchezza. In un mondo che si lascia affascinare solo dai potenti..dal rumore..dal pallone…dalle macchine .mi piace pensare sempre alla fragilità dell' uomo, al desiderio di ricerca dell’altro..voglio pensare che forse gli spartani non erano solo guerrieri ma anche uomini con un cuore...non sono arrivati a Taranto in un giorno, hanno passato tanto tempo insieme sulle barche provando gioie e dolori..paura..condividendo insieme..un po’come abbiamo fatto noi..essere in mare non è uno scherzo, alle volte si fa duro e cattivo e sembra che voglia farci pensare a quanto siamo piccoli rispetto alla vita..i sentimenti non sono una vergogna..impariamo ad amarci e rispettarci veramente..viaggiare sulle barche è anche un atto di coscienza con se stessi..un augurio e un abbraccio sincero a tutti.

Giuseppe De Simone


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